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Facebook, 14 anni e sentirli tutti. Il nuovo algoritmo penalizza le aziende?


Vistudio - 2 Febbraio 2018 - 0 comments

Il 4 Febbraio del 2004 nasceva quello che sarebbe diventato il social network più popolare e versatile del mondo della rete, Facebook. Con l’intento di creare una community on line di “amici” legata dagli stessi interessi e bisogni, il social si è evoluto nella condivisione di valori strettamente personali e di immagini della vita quotidiana. Lo scambio continuo e intensivo di informazioni e il coinvolgimento emotivo degli utenti, ha reso Facebook un ambiente fertile per le strategia di vendita delle aziende e soprattutto la principale fonte di guadagno per l’azienda Facebook, per questo progressivamente la piattaforma ha fornito diversi strumenti di analisi e sponsorizzazione alle aziende a discapito però della loro visibilità che con gli anni scesa drasticamente, spingendo così le pagine ad investire su di essi, l’unico modo per acquisire nuovi contatti e visualizzazioni. Nonostante ciò, a Zuckerberg piace cambiare le carte in tavole e rendere sempre meno facile il lavoro delle aziende sul suo social.

Un nuovo algoritmo per rimettere al centro le persone. PAGINE PENALIZZATE
A fine anno, il creatore, presidente e amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg annuncia un nuovo, l’ennesimo, cambiamento del network più popolato del web e dichiara “Se avremo successo quest’anno, alla fine del 2018 ci troveremo su una traiettoria decisamente migliore”.
Facebook deve affrontare l’overload di notizie, fake news e pubblicità che minacciano ogni giorno il rapporto di fiducia dei suoi utenti sempre più stanchi di vedere sommersa la propria home di advertising invasiva e prepotente che sta tradendo i principi sui quali è stato creato, “Abbiamo costruito Facebook per aiutare le persone a rimanere connesse e a stare più vicino alle persone che contano per noi. Ma recentemente abbiamo ricevuto feedback sul fatto che i contenuti pubblici – post di aziende, marchi e media – stiano affollando i momenti personali che ci portano a connetterci di più l’uno con l’altro” ha spiegato Zuckerberg. Come si traduce dunque la volontà del CEO di Facebook a tornare ad una rete che valorizzi i contenuti dei nostri famigliari e amici? NUOVO ALGORITMO. Un algoritmo che prediliga la qualità alla quantità, che aiuti gli utenti ad aumentare le loro interazioni sociali, che fornisca loro maggiori contenuti concerni ai loro interessi e che penalizza le pagine (forse).

L’ALGORITMO CONTRO L’ ENGAGEMENT-BAIT. Perché molti lo temono
L’engangement-bait è la tendenza delle pagine facebook a spingere gli utenti ad interagire con un contenuto postato: “condividi”, “vota con una reazione il tuo tronista preferito” e tutte le altre strategie che si traducono in “call to action”. Un comportamento da parte delle aziende maturato strategicamente al fronte del precedente NeewsFeed che dava più visibilità ai post con più interazioni, indistintamente.
Zuckerberg ha deciso così di introdurre un modello capace di individuare automaticamente la strategia dell’engangement-bait; una rivoluzione ed inversione ad “U” pronta a ripulire la piattaforma dai messaggi passivi di brand e media per arricchirlo di valori aggiunti come quelli della partecipazione e dell’intersocializzazione.
Le conseguenze del nuovo algoritmo che possiamo facilmente prevedere saranno il calo della reach e del traffico delle pagine che continuano a sfruttare la tecnica dell’ engagement-bait, diffusa per la stragrande maggioranza delle pagine facebook.

PERCHÈ NOI NON LO TEMIAMO
Come abbiamo già spiegato, il social network punta ad eliminare lo spam, pubblicità invasiva ed indesiderata.
Le pagine che riescono a generare interazione “partecipata” e non “passiva”, condivisioni e contenuti di qualità senza ricorrere alla strategia dell’engangement-bait dovrebbero risentire in minima parte le conseguenze negative del nuovo algoritmo.
Quindi, PERCHE’ AVERNE PAURA? Zuckerberg non ha fatto altro che virare la sua grande nave blu salvandola dall’ondata di contenuti (troppi) promozionali e poco interessanti che l’avrebbe portato alla deriva.
A chi pianifica e gestisce le aziende su Facebook toccherà trovare una nuova strategia, una nuova strada per aggirare o affrontare l’ostacolo, per migliorare la qualità delle interazioni, tenere alto il traffico e non restare coperti dal polverone del cambiamento.
P.s.
Creare un nuovo account personale “È gratis e lo sarà sempre”, ma questo non vale per le pagine. Come il caro vecchio flyer, la tv o la radio, l’inserzione sulla rivista, Facebook è a tutti gli effetti un canale di promozione e come tale è a pagamento “e lo sarà sempre”. Per questo con o senza nuovo algoritmo le aziende che voglio farsi pubblicità sul social hanno bisogno non solo di investire sulle sponsorizzate, ma su figure professionali che si occupano di pianificare strategie di social marketing per ottimizzare i costi e generare visibilità e ricavi.

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